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sabato 28 settembre 2013

I punti qualificanti della nostra proposta per l’abolizione del finanziamento ai partiti.

I punti qualificanti della nostra proposta per l’abolizione del finanziamento ai partiti.

ImmagineMentre il Pdl cerca di trovare il modo per far fallire l’Italia il più rapidamente possibile e i giornalisti sono impegnati a scrutare ogni possibile emersione di rughe sul viso di Berlusconi (ovviamente dati gli interventi di chirurgia estetica si può trattare soltanto di rughe d’espressione) in aula i partiti si azzuffavano in Aula sulla problematica del finanziamento pubblico ai partiti. Sia chiaro: quando parlo di problematica, mi riferisco all’unica problematica che loro hanno, cioè quella di mantenere lo stesso flusso di entrate di denaro da parte dei cittadini potendo contestualmente sbandierare in giro che hanno effettivamente abolito il finanziamento pubblico.
Siamo ancora indietro con le votazioni e nei prossimi giorni avremo maggiori dettagli sull’accordo che riusciranno (?) a trovare Pdl, Pdmenoelle e Scelta Civica. Ma i particolari già cominciano ad emergere. Ovviamente l’accordo tanto sudato, dopo giorni di rinvii e di scontri all’arma bianca, è l’ennesima presa in giro per i cittadini. Il tetto per un finanziamento privato sarebbe stato infatti fissato a 300mila euro. Capite bene che questo apre le porte a lobby e ad altre amenità, per non dire che, tramite il contributo di qualche decina di industriali è possibile tenere in piedi un partito. Basta fare una ventina di favori ben assortiti.
C’è poi un altro punto su cui naturalmente i partiti dell’inciucio cercano di farci la festa attraverso una vera e propria dittatura della maggioranza. E’ il tentativo di trasformare il Movimento 5 stelle in un partito, escludendolo se no dalla possibilità di autofinanziarsi.
Vorrei invece in questa sede ricordare, attraverso i punti esposti da Danilo Toninelli in Aula, quali sono i punti qualificanti la nostra proposta.
- Abolizione totale e immediata del finanziamento pubblico ai partiti e del cofinanziamento;
- Limiti massimi di spesa molto ridotti per le campagne elettorali;
- Erogazioni liberali da parte di persone fisiche e giuridiche col tetto massimo di € 5.000 annui e detrazione del 19%;
- Controllo costante e reale dell’operato contabile dei partiti;
- Sanzioni puntuali sia per i partiti che per le società di revisione dei bilanci dei partiti che commettono illeciti;

Sul finanziamento pubblico ai partiti il Governo fa spot elettorali e ha realizzato un provvedimento che risulta anche peggiore della disciplina vigente. Questo perché è nato male – da un disegno di legge scritto frettolosamente – e portato avanti fra rinvii, sospensioni e liti che hanno coinvolto Pd e Pdl. E non si tratta di semplici tensioni dentro la maggioranza, perché tocca il livello qualitativo della democrazia rappresentativa: la disciplina e il finanziamento dei partiti.
In questo contesto di disastro doloso, il M5S ha cercato di portare un po’ di chiarezza, non solo attraverso una propria proposta di legge abbinata a quella del Governo, ma anche presentando un testo alternativo. Una proposta riassumibile in tre parole: LIMITI, CONTROLLI E SANZIONI.
Molto meglio, no?
Buona serata a tutti voi