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lunedì 9 settembre 2013

Il Rientro

Il Rientro


Carissimi,
Il diario del M5S di Carla Ruoccooggi dopo la pausa estiva, con il nuovo inizio continuativo delle sedute della Camera, ricomincia anche questo nostro spazio quotidiano in cui, come vostra portavoce, cerco di mettervi  a conoscenza della nostra attività a Montecitorio. Non sempre è facile, al termine di una dura giornata di lavoro, o nei tempi ritagliati a margine dei lavori d’Aula, stendere queste righe. Tante volte mi viene la tentazione di soprassedere, di saltare un giorno, di rimandare. E così vi chiedo scusa se talvolta qualche refuso si infila tra le righe, sfuggendo agli occhi stanchi, dopo le svariate ore trascorse in questo Palazzo dove la luce del mattino è uguale a quella del pomeriggio o della notte e in cui anche il tempo sembra inghiottito nella melassa della burocrazia e delle lentezze regolamentari. Alla fine credo che tutto questo abbia un valore che vada ben oltre il singolo termine, la frase azzeccata o la figura retorica ben costruita. Quello che faccio è rendervi conto di ciò che faccio, perché oggi e finchè starò qui dentro io ho solo un datore di lavoro: voi cittadini.
Tutti noi sapevamo che non sarebbe stato un rientro soft. E’ per questo che abbiamo già cominciato la nostra battaglia nel weekend, portando avanti l’unico sistema che abbiamo per cercare di fare politica: scendere nelle piazze. E avevamo ragione! Oggi, con l’inizio delle votazioni, abbiamo avuto la triste prova che il rischio che paventavamo, il pericolo che questo comitato d’affari che guida il Paese ci sta facendo correre è più che mai presente e reale. Ormai tutto è deciso senza se e senza ma: l’articolo 138 della Costituzione va cambiato.
Non voglio dare nulla per scontato, dato che non tutti fanno i politici o gli avvocati e può quindi sfuggire a qualcuno perché è così importante l’articolo 138 della nostra Carta Fondamentale. La Costituzione è la legge suprema, la legge delle leggi. Rappresenta un insieme di principi e di “regole del gioco” che disciplinano tutto il nostro vivere civile. Neppure il Parlamento può approvare una legge ordinaria che sia in contrasto con la Costituzione. E’ ovvio quindi che toccare la Carta Fondamentale sia un atto molto importante che va compiuto con la doverosa ponderazione. Attualmente l’art. 138 disciplina il sistema con cui si possa mettere mano a questo insieme di norme e prevede  due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, richiedendo nella seconda votazione la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera. Inoltre si prevede che, nel caso in cui le modifiche non siano state approvate da almeno due terzi dei componenti delle due Camere, la possibilità di sottoporre le modifiche a referendum confermativo nel caso lo richiedano cinquecentomila elettori, cinque consigli regionali o un quinto dei componenti di una Camera.
Il Comitato d’affari che guida attualmente il paese vorrebbe invece modificare l’art. 138. Come?  La riforma vorrebbe portare l’intervallo delle delibere delle due Camere da tre a un solo mese. Lo scopo è quello di accelerare l’iter per le riforme costituzionali. Infatti, i tempi per portare a compimento una legge di rango costituzionale o una modifica della Costituzione sono, in teoria, di 7/8 mesi. Questo lasso di tempo è per noi una tutela indispensabile per toccare un testo fondamentale come la Legge delle leggi. Una modifica Costituzionale che si consumi in 2 o 3 mesi porterebbe inevitabilmente a ritoccarla in continuazione per adeguarla ad esigenze di parte, facendone sostanzialmente carne da macello.
E’ per questo motivo che siamo saliti sui tetti e che stiamo combattendo in Aula. Si tratta di una nuova Resistenza verso un provvedimento che rischia di rendere più fragile la nostra Carta Fondamentale rendendo più fragili gli argini del nostro Stato di diritto e della nostra democrazia. E non si tratta di un rilievo che muovono solo i soliti esagitati grillini, ma che viene condiviso da fior fiore di Costituzionalisti, che hanno sempre ritenuto che esistesse un limite implicito alla possibilità di riformare l’art. 138, dato che, se viene modificato una volta, potrebbe essere anch’esso teoricamente stravolto prevedendo di cambiare la Costituzione a maggioranza semplice.
Non basta. Come hanno ricordato alcuni quotidiani nei giorni scorsi, sono state rilevate, da costituzionalisti, le gravi perplessità che solleva una legge di revisione costituzionale che attribuisse ad una commissione composta da studiosi (magari “graditi” alle forze politiche) il compito di indicare le innovazioni costituzionali e ad una Convenzione composta dalle due commissioni Affari costituzionali il potere di redigere il testo delle modifiche che sarebbe poi approvato dai parlamentari senza possibilità di apportare emendamenti.
Come ha precisato il nostro vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, bisogna però sgombrare il campo da eventuali fraintendimenti: il MoVimento 5 stelle non è per l’impossibilità di modificare la Costituzione. Ma solo un pazzo o una persona in malafede potrebbe girarsi di fronte al pericolo insito in un atto avventato come questo. Indebolire gli argini a difesa della Costituzione apre la porta a possibili scenari futuri dagli esiti inquietanti. Una cosa è certa, però: qualsiasi forza politica che, come nel momento attuale, cercherà di mettersi tra i cittadini e la Democrazia troverà sempre noi! Oggi più che mai l’unica forza autenticamente a fianco del Popolo, l’unico sovrano che noi riconosciamo.
Ben trovati e avanti: a riveder… a conquistar le stelle!