Il Rientro
Carissimi,
Tutti noi sapevamo che non
sarebbe stato un rientro soft. E’ per questo che abbiamo già cominciato
la nostra battaglia nel weekend, portando avanti l’unico sistema che
abbiamo per cercare di fare politica: scendere nelle piazze. E avevamo
ragione! Oggi, con l’inizio delle votazioni, abbiamo avuto la triste
prova che il rischio che paventavamo, il pericolo che questo comitato
d’affari che guida il Paese ci sta facendo correre è più che mai
presente e reale. Ormai tutto è deciso senza se e senza ma: l’articolo
138 della Costituzione va cambiato.
Non voglio dare nulla per
scontato, dato che non tutti fanno i politici o gli avvocati e può
quindi sfuggire a qualcuno perché è così importante l’articolo 138 della
nostra Carta Fondamentale. La Costituzione è la legge suprema, la legge
delle leggi. Rappresenta un insieme di principi e di “regole del gioco”
che disciplinano tutto il nostro vivere civile. Neppure il Parlamento
può approvare una legge ordinaria che sia in contrasto con la
Costituzione. E’ ovvio quindi che toccare la Carta Fondamentale sia un
atto molto importante che va compiuto con la doverosa ponderazione.
Attualmente l’art. 138 disciplina il sistema con cui si possa mettere
mano a questo insieme di norme e prevede due successive deliberazioni
ad intervallo non minore di tre mesi, richiedendo nella seconda
votazione la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera.
Inoltre si prevede che, nel caso in cui le modifiche non siano state
approvate da almeno due terzi dei componenti delle due Camere, la
possibilità di sottoporre le modifiche a referendum confermativo nel
caso lo richiedano cinquecentomila elettori, cinque consigli regionali o
un quinto dei componenti di una Camera.
Il Comitato d’affari che guida
attualmente il paese vorrebbe invece modificare l’art. 138. Come? La
riforma vorrebbe portare l’intervallo delle delibere delle due Camere da
tre a un solo mese. Lo scopo è quello di accelerare
l’iter per le riforme costituzionali. Infatti, i tempi per portare a
compimento una legge di rango costituzionale o una modifica della
Costituzione sono, in teoria, di 7/8 mesi. Questo lasso di tempo è per
noi una tutela indispensabile per toccare un testo fondamentale come la
Legge delle leggi. Una modifica Costituzionale che si consumi in 2 o 3
mesi porterebbe inevitabilmente a ritoccarla in continuazione per
adeguarla ad esigenze di parte, facendone sostanzialmente carne da
macello.
E’ per questo motivo che siamo
saliti sui tetti e che stiamo combattendo in Aula. Si tratta di una
nuova Resistenza verso un provvedimento che rischia di rendere più
fragile la nostra Carta Fondamentale rendendo più fragili gli argini del
nostro Stato di diritto e della nostra democrazia. E non si tratta di
un rilievo che muovono solo i soliti esagitati grillini, ma che viene
condiviso da fior fiore di Costituzionalisti, che hanno sempre ritenuto
che esistesse un limite implicito alla possibilità di riformare l’art.
138, dato che, se viene modificato una volta, potrebbe essere anch’esso
teoricamente stravolto prevedendo di cambiare la Costituzione a
maggioranza semplice.
Non basta. Come hanno ricordato
alcuni quotidiani nei giorni scorsi, sono state rilevate, da
costituzionalisti, le gravi perplessità che solleva una legge di
revisione costituzionale che attribuisse ad una commissione composta da
studiosi (magari “graditi” alle forze politiche) il compito di indicare
le innovazioni costituzionali e ad una Convenzione composta dalle due
commissioni Affari costituzionali il potere di redigere il testo delle
modifiche che sarebbe poi approvato dai parlamentari senza possibilità
di apportare emendamenti.
Come ha precisato il nostro
vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, bisogna però sgombrare il
campo da eventuali fraintendimenti: il MoVimento 5 stelle non è per
l’impossibilità di modificare la Costituzione. Ma solo un pazzo o una
persona in malafede potrebbe girarsi di fronte al pericolo insito in un
atto avventato come questo. Indebolire gli argini a difesa della
Costituzione apre la porta a possibili scenari futuri dagli esiti
inquietanti. Una cosa è certa, però: qualsiasi forza politica che, come
nel momento attuale, cercherà di mettersi tra i cittadini e la
Democrazia troverà sempre noi! Oggi più che mai l’unica forza
autenticamente a fianco del Popolo, l’unico sovrano che noi
riconosciamo.
Ben trovati e avanti: a riveder… a conquistar le stelle!