Incontro con i COCER: Discussione sulla L. 244/2012 e i suoi effetti
Giovedì 3 ottobre presso il gruppo parlamentare del M5S si è
tenuto un primo incontro di confronto tra i nostri parlamentari della
Commissione difesa e la rappresentanza militare del COCER Interforze.
Ci duole, in premessa, aver verificato che il nostro invito mandato ai presidenti dei COCER delle varie forze armate per essere esteso a tutti i componenti degli organismi da loro presieduti, nel caso del COCER
esercito non sia avvenuto. Se a questo sommiamo il fatto che gira in
rete una delirante ricostruzione del nostro incontro fatta proprio da
chi ha omesso di estendere l'invito ai suoi colleghi allora acquisisce
una certa utilità questa nostra nota.
Il gruppo M5S ha aperto da tempo un confronto con tutti i soggetti disponibili sugli effetti della Legge 244/2012
nel piano di ristrutturazione della difesa e sulla necessità di
aggiornare gli strumenti della rappresentanza militare o di consentire
ai militari stessi la possibilità di organizzarsi in sindacato. Gli
effetti sul personale dei decreti emessi dal Ministro Mauro sono pesanti. Parlano di un ridimensionamento della funzione difesa dagli attuali 190 mila militari a 150 mila,
ad una riduzione molto pesante inoltre del personale civile della
difesa. I risparmi di questa operazione di taglio, secondo il governo,
dovrebbero andare non al risanamento del deficit del bilancio dello Stato o, come proponiamo noi, al sostegno a scuola, sanità, ambiente e ricerca,
ma rimanere nella disponibilità della difesa. L'idea del governo è
avere meno uomini in servizio e più armi di nuova generazione a
disposizione.
Il M5S ha messo in evidenza l'eccessivo squilibrio che esiste attualmente nelle nostre Forze Armate
tra il numero dei comandanti e il numero dei comandati. In particolare
ritiene spropositato il numero degli alti ufficiali, generali ma non
solo, che attualmente rappresentano "il gruppo dirigente" della nostra
Difesa. Per questo non neghiamo la necessità di un riequilibrio e di una
riforma delle nostre Forze Armate e di un maggior vincolo ai principi
costituzionali del ripudio della guerra e del sacro dovere di difendere
la Patria. Ma questo riequilibrio non esiste nella proposta del governo
ma si tratta solo di tagli lineari al personale senza dare alcuna
soluzione alla stortura del sistema militare italiano.
Per questo eravamo e siamo interessati a sentire i rappresentanti del COCER, tutti i rappresentanti del COCER
nessuno escluso, sapendo bene che l'attuale inquadramento gerarchico
della Rappresentanza né ha storicamente rappresentato un limite e che,
troppo spesso, si è impedito il libero esercizio del mandato attraverso
richiami disciplinari e gerarchici. Pensiamo che le sollecitazioni che
ci sono venute dall'incontro - in particolar modo la preoccupazione per
il destino umano e lavorativo di 40 mila persone - siano legittime e da
prendere in assoluta considerazione. Abbiamo per questo deciso di
proseguire il confronto con incontri specifici con i COCER
delle singole Armi ma anche con le diverse sue componenti
gerarchiche, non sfuggendoci il fatto che esistono problematiche
differenti tra chi è volontario a lunga ferma, sottufficiale e via
dicendo. Noi siamo abituati ad ascoltare i nostri interlocutori. Forse
questa dote dell'ascolto non è diffusa nel mondo politico italiano che
preferisce agire senza coinvolgere i cittadini (ed i militari per noi
sono cittadini in uniforme). Chi mette in rete comunicati con
ricostruzioni prive di fondamento evidentemente non ha l'attitudine al
confronto e pretende che tutti gli altri suoi colleghi militari presenti
all'incontro - e che ci hanno ringraziato per la disponibilità
dimostrata- si allineino al suo verbo (unico ed intangibile). Il
Parlamento non è una caserma: per noi la parola di un soldato semplice
vale quella di un generale. Non ci faremo condizionare nel nostro lavoro da elementi che hanno un solo obiettivo: servire in modo sciocco ed irragionevole solo e soltanto gli Stati Maggiori.