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venerdì 11 ottobre 2013
L'IDEOLOGIA - Alessandro Di Battista
Alessandro Di Battista
“Ideologia,
ideologia, malgrado tutto credo ancora che ci sia” cantava Giorgio
Gaber. Aveva ragione, purtroppo, aggiungo io.
Io ci sono nato in mezzo
all’ideologia, al partito preso, all’essere ultras senza se e senza ma
di una dottrina politica.
Beh, lentamente ma inesorabilmente ne sto
uscendo.
Sapete cosa detesto della destra? L’individualismo, quel
concetto che prima vengo io, o veniamo noi, e poi gli altri.
Sapete cosa
detesto della sinistra? L’idea che occorra, senza se e senza ma, una
classe dirigente. Ma dove sta scritto?
Detesto la destra per la paura
che ha del diverso, una paura puerile, la mia identità nasce e cresce
grazie all’alterità, grazie al diverso.
Della sinistra detesto
(soprattutto quella italiana, la peggiore del mondo) quel desiderio di
ergersi a paladini della morale, come se la morale fosse elusivamente
quella loro (consiglio l’editoriale di Travaglio di oggi al riguardo).
Non sopporto neppure il fascismo nascosto nell’antifascismo che non sa
dialogare.
Mi pare fosse Flaniano a dire che “in Italia i fascisti si
dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti”.
Quando è
uscita la notizia dell’emendamento sul reato di clandestinità dei
Senatori Cioffi e Buccarella (tra l’altro un emendamento a una legge
delega che dovrà essere trasformata dal Governo in decreto, quindi si
parla, in sostanza, di un inizio di percorso) mi si è avvicinato in aula
un deputato leghista: “allora siete come le zecche” mi ha detto.
Ieri,
dopo il post di Beppe che io reputo (parlo di metodo) eccessivamente di
pancia (anche se Beppe questo sa fare, parla e ascolta la pancia della
gente) mi si è avvicinato un deputato di Sel: “siete come i leghisti,
noi non dobbiamo solo fare leggi, noi dobbiamo educare i cittadini,
abbiamo una funzione pedagogica”.
Ma quando mai? Lui dovrebbe avere una
funzione pedagogica ma con se stesso. Studiasse la costituzione e
comprendesse qual è il ruolo di un parlamentare.
Io devo fare le leggi,
devo oppormi all’inciucio perenne con tutto me stesso, devo sfruttare la
mia presenza nelle istituzioni per passare ai cittadini (nel modo più
neutro possibile anche se la totale imparzialità è utopica) tutte le
informazioni sul funzionamento del palazzo e sul comportamento dei
parlamentari.
Poi sarà il cittadino a valutare! Io non devo educare
nessuno, non ne ho ne diritto ne capacità.
L’ideologia oggi è un
ostacolo all’autonomia, all’onestà intellettuale.
Sono briglie che
sovrastrutture decennali (io le ho messe su all’Università) ci hanno
imposto. Occorre liberarcene.
Badate bene gli ideali sono una cosa,
l’ideologia è altro.
Tematiche così complesse come i flussi migratori
vanno affrontate in modo post-ideologico e approfondito. Va ascoltata la
pancia della gente ma anche i ragionamenti di chi lavora da anni sulla
tematica.
Va garantita la sicurezza e il benessere del popolo italiano
(io sono un cittadino del mondo ma oggi sono un parlamentare della
Repubblica italiana) ma anche la sicurezza di cittadini stranieri, il
rispetto dei diritti umani.
Va anche valorizzata l’etica di fondo che
tutti, una volta eliminati i vizi di una certa ignoranza, possiamo
vantare. Questo è un atteggiamento a 5 stelle.
Ho ricordato il “Che” in
aula, per questo sarei un comunista? Ma quando mai!
Non credo che chi
vota lega sia per forza uno squallido xenofobo, no non lo credo, sarei
un classista se lo pensassi e non lo sono.
I cittadini che votano lega
avranno delle ragioni o no? Le vogliamo ascoltare o no? Io sì! Poi
valuterò se siano frutto di ignoranza o se abbiano anche un senso.
Per
questo sono un intollerante razzista? Ma quando mai!
La verità è che
provare ad essere liberi in un paese abituato agli ultras ti crea più
nemici che amici ma abbiamo voluto la bicicletta e pedaliamo. Non ci fa
paura la mafia, figuriamoci qualche freno culturale.