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sabato 5 ottobre 2013

L'importanza dei Medici Fiscali @alessandrabenci

venerdì 4 ottobre 2013 DI ALESSANDRA BENCINI M5S

All'esito dell'incontro tenutosi con alcuni Medici Fiscali in data 01 ottobre 2013 nelle aule del Senato, è emerso quanto segue:

 I dirigenti Inps, con una circolare interna, hanno interrotto ("sospeso") l'attività di controllo nel settore privato il primo maggio 2013. Colpa della spending review imposta dalla legge di stabilità, che ha imposto tagli per 500 milioni. L'Associazione Nazionale dei Medici di Medicina Fiscale (Anmefi) denuncia che i controlli sono calati di oltre il 90%.

In realtà, le visite fiscali sembrano non esser mai state riprese. Se nel 2012 i controlli sono stati 900 mila, nel 2013 si sono ridotti a circa 70 mila. Per di più, quasi tutte le visite residue sono state effettuate nel corso dei primi quattro mesi dell'anno, ossia prima della sospensione. Di fatto da quella circolare del primo maggio, denunciano i medici, i controlli fiscali non sono più ripresi, se non "in percentuali residue prossime allo zero". 
La motivazione è la spending review ma i costi sociali dell'operazione, però, sono ben più pesanti dei risparmi. Molti lavoratori italiani continuano a essere affetti dalla sindrome del malato immaginario.

I datori di lavoro che volessero verificare se i propri dipendenti sono davvero malati, sarebbero costretti a pagare le visite di tasca propria. Il prevedibile accrescere della spesa per indennità di malattia ricadrebbe su tutti i cittadini italiani. E ancora: circa 1400 Medici di controllo hanno già di fatto perso il lavoro, che per molti rappresenta l'unica fonte di reddito. Medici con anzianità di servizio molto spesso intorno ai vent'anni.

 L'Ente ha assegnato fino alla fine del 2013 centomila visite da distribuire tra tutti i medici fiscali d'Italia, una media di sei al mese per ciascuno; le visite d'ufficio sono in costante calo ed in molte sedi prossime allo zero, a fronte di una reperibilità quotidiana (sette giorni su sette) dei medici. Questi restano in attesa del lancio di un altro sistema operativo, da affiancare al data-mining, il cui nome è ‘SAVIO’ e che dovrebbe ottimizzare l'assegnazione delle visite a ciascuno di loro.

Nel corso della riunione, inoltre, i medici fiscali hanno descritto quelli che sono, a loro dire, gli aspetti problematici della prestazione professionale loro richiesta. Nella sostanza, tali medici lavorano secondo una turnazione virtuale che prevede, per i dipendenti privati, le visite fiscali su 7 giorni su 7 con le seguenti fasce di reperibilità:
• dalle ore 10:00 alle ore 12:00
• dalle ore 17:00 alle ore 19:00
L'obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi e non risulta prevista alcuna indennità di reperibilità.
Per verificare quali visite siano loro state attribuite, i medici fiscali dichiarano di dover attendere sino all'ultimo minuto ovvero le 09.00 della mattina stessa in cui viene richiesta una visita di controllo.
Vengono, inoltre, retribuiti (pagati a visita con notula) con un contratto atipico a prestazione, ma vincolati da gravose incompatibilità che rendono impossibile lo svolgimento di altre significative attività anche libero professionali.

L'allarme dei Medici Fiscali riguarda anche il sistema informatico "intelligente" e capace di autoapprendimento, il Data mining, a cui l'Inps ha affidato il compito di effettuare la scelta dei soggetti da sottoporre a visita di controllo. Il sistema, infatti, è guidato da un sistema informatico esperto che, utilizzando una particolare tecnica statistica di analisi, segnala i certificati più a rischio in termini di adeguatezza della prognosi. In realtà, sottolineano i Medici Fiscali, non conoscendo le diagnosi, il sistema, pur intelligente, spesso identifica tra i certificati con più alta probabilità di chiusura anche quelli riferiti a persone con patologie molto gravi.

I Medici Fiscali si chiedono come il sistema informatico suddetto, capace di autoapprendimento, possa imparare se non ha più casistica, a causa della drastica riduzione delle visite.
Le conseguenze, oltre a quelle sin ora esposte, che potrebbero derivare dalle scelte dell'Inps, dunque, possono così riassumersi:
- aumento dei certificati di malattia (una sorta di via libera per i falsi ammalati in quanto certi dell'impunità, considerato che la probabilità di ricevere la visita del medico di controllo è inferiore all'1%);
- mancato riconoscimento delle surroghe per patologie provocate da terzi, degli infortuni di pertinenza dell'Inail e delle indennità non risarcibili, come gli interventi chirurgici estetici e le assenze ingiustificate.

Ciò che i Medici Fiscali auspicano è:
• la non estinzione della loro categoria professionale;
• maggiore stabilità lavorativa (per quanto concerne, in sostanza, la ridefinizione dell'attuale tipologia di rapporto di lavoro intercorrente tra l'INPS e i medici fiscali, secondo una prospettiva di stabilizzazione dei medesimi);
• la blindatura delle liste;
• il riconoscimento per il servizio reso per diversi anni ovvero il riconoscimento dell'anzianità di servizio, soprattutto per quanto riguarda l'eventualità che, con l'istituzione del Polo Unico della medicina fiscale, ai medici con anzianità, ad esempio, di venti anni vengano equiparati anche medici non aventi la medesima anzianità;
N.B.: i rapporti libero professionali che durano da vent'anni e che prevedono anche dei meccanismi di incompatibilità hanno qualche serio problema di sostenibilità, anche dal punto di vista giuridico (l'INPS sostiene che si tratti di liste temporanee, ma sono liste vigenti da dieci-quindici anni e l'età media di questi professionisti è di cinquanta anni. Essi non hanno potuto professionalizzarsi diversamente e oggi sono in una situazione di gravissima difficoltà).