Teneva unito il suo partito
"antagonista", studiato a tavolino, capace di apparire coeso solo in
antitesi con lui, per fare finta di avere degli avversari con cui
misurarsi e uscirne sempre vittorioso, come appunto prescrive il
contratto di reclutamento.
Nessuna lotta, nessuno sfida, nessun
ideale li ha mai tenuti insieme e compatti come sa fare lui, Silvio.
Nemmeno la voglia di riscatto, se mai l'hanno avuta (marketing a parte).
Teneva unito un popolo intero davanti alle sue televisioni.
Teneva uniti i ricchi, i benestanti, borghesi, i famosi imprenditori,
dipinti oramai come mezzi delinquenti, come se essere imprenditore e
"farsi da solo" significasse essere come lui.
E teneva uniti i
"morti di fame", locuzione per definire chiunque avesse un reddito tale
da non potersi permettere jaguar e gucci, e dall'altra parte i "pidocchi
arrinisciuti" ovvero i finto borghesi, quelli che sono esattamente come
"i morti di fame" ma si indebitano anche la madre per sembrare quello
che non sono, per avere quello che non hanno.
Teneva uniti i
cabarettisti italiani e di tutto il mondo, in ogni angolo della terra
una tv ha mandato in onda qualche pezzo su di lui, senza bisogno nemmeno
di romanzarlo.
Teneva unito il resto del mondo nelle
chiacchiere sull'Italia "Mafia, pizza e mandolino" spodestato da "Mafia,
munnizza e Berlusconi".
La sola cosa che ha diviso sono gli italiani dalla normalità, anzi dal senso di normalità.
Quando uscirà definitivamente di scena (e non sapremo mai quando
accadrà) ci renderemo conto tutti che il problema dell'Italia non è mai
stato lui. Ma tutto il resto.
Giulia Di Vita M5S