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giovedì 22 agosto 2013

Intervista ad Alessandro Di Battista, deputato del Movimento 5 Stelle

Intervista ad Alessandro Di Battista, deputato del Movimento 5 Stelle

Quanto guadagna?
Lo stipendio di un deputato italiano è di 14.000 euro al mese.
Non male …
Ma i deputati del Movimento 5 Stelle ne trattengono solo 3.000, i restanti 11.000 li restituiscono allo Stato, cioè al cittadino. Dal momento che i deputati e i senatori sono stati eletti, il M5S in soli due mesi e mezzo, ha fatto risparmiare al cittadino ben due milione e mezzo di euro.
Qualche deputato ha voluto lo stipendio integro?
Dei 163 eletti del M5S ce ne sono stati 6 che hanno preferito rimanere con la retribuzione piena e sono passati al gruppo misto.
Come è stato coinvolto in politica?
Ero stufo delle ruberie dei partiti politici. Ho studiato Arte e Lettere presso l’Università di Roma e ho lavorato in una ONG. Un giorno entrai in un sito web e iniziammo una discussione sulla città con un gruppo Meetup che si incontrava in un bar nel mio quartiere a Roma. E parliamo di politica.
Quanti eravate?
Dieci, da uno che lavorava in un mercato ad un avvocato… e io. Anche lei potrebbe esser stato li, come uno qualsiasi dei suoi lettori. Eravamo solo persone normali.
Che cosa avete fatto?
Parlare di pulizia delle strade, i furti, la disoccupazione … In Roma e in Italia.
Senza entrare in politica?
Mettiamo le cose in chiaro; se vuoi che ci si prenda cura della tua città, del tuo paese, devi portare una buona amministrazione per i tuoi rappresentanti, influenzarli, e se puoi tu, presentarti e fare politica. Ricevo ogni giorno mail con le opinioni di chi mi diedero il loro voto. Facciamo politica Insieme.
Non tutti sanno o possono …
Andiamo! Tutti possono partecipare. Nel 2008 abbiamo deciso di andare alle manifestazioni con una domanda: perché i cittadini comuni non possono candidarsi alle elezioni?
Con quali soldi?
Io misi 10 € e gli altri numeri del genere. Ottenemmo il 3% dei voti. Ci sembravano molti.
Erano molti voti. E non c’era nessun capo?
Beppe è solo il nostro megafono. Non decide le liste né i candidati, né il programma, né i soldi (neanche un solo euro di bilancio) non mi ha mai telefonato per darmi indicazioni.
Sembra avere un brutto carattere …
Lo leggiamo naturalmente, ma non ha alcun ruolo o responsabilità nel M5S.
Chi dà gli ordini per i deputati?
Abbiamo un capo gruppo ufficiale che cambia ogni 3 mesi. Ci riuniamo in assemblea, ogni commissione la sua, e prendiamo le grandi decisioni in una congiunta.
Ma se già in un condominio si litiga… immaginati in politica!
Per caso i condomini non finiscono per decidere tutto tra di loro? I cittadini non hanno bisogno di cricche di imprenditori che gravano sul bilancio pubblico, soldi ai politici, soldi ai giornali che li prendono per stare in silenzio… si ridono di noi!
Ci sono democratici che non credono nelle assemblee, perché le hanno sofferte…
All’inizio ci si stanca. Anche a noi ci costava, ma, a poco a poco, ci siamo andati conoscendo ed ora prendiamo le decisioni con fluidità.
Come la scelsero?
Dopo quelle elezioni del 2008, ho scritto un libro sui sicari dell’America Latina. Sa che in Guatemala uccidono per 5 euro? E ho lavorato con le ONG in Africa. Ho imparato il portoghese a Lisbona, tirando fuori mobili dalla soffitta per 10 euro al giorno, quando ho ricevuto una e-mail …
Che cosa diceva?
Era del M5S. Avevano visto che già ero stato candidato e mi invitarono a presentarmi alle primarie aperte a tutti su internet per decidere le loro liste. Avevo ragione.
E risultò quarto a Roma.
Ci presentammo su internet in 72 candidati, con la fedina penale pulita e senza aver mai partecipato ad alcun partito politico. Nella lista eravamo 40.
Quanti voti avete preso in Italia?
9 milioni di voti, il 25%.
Sembra che il M5S si stia sgonfiando.
È una crisi di crescita, pensi che abbiamo preso un quarto dei voti di tutta Italia in soli 2 mesi e mezzo di campagna elettorale, finanziata con micro donazioni da internet: € 700.000 euro. Io ho donato 20 euro. Di tutto il budget arrivammo a spenderne solo 300.000. Il resto è andato alle vittime del terremoto in Emilia.
E le spese per hotel, locali, manifesti, cene, propaganda, gli autobus?
Oggi non abbiamo bisogno di tutto questo. I partiti non hanno bisogno di sussidi statali. Noi non abbiamo nemmeno un locale.
Basta riunirsi in rete?
Gli appuntamenti in rete, ma ci incontriamo faccia a faccia nei bar o luoghi pubblici.
Si sono rifiutati di sostenere la sinistra ed è stato consirato dare ossigeno a Berlusconi…
Destra o sinistra … è la stessa corruzione. Che i condannati non entrino in Parlamento … è di sinistra o di destra?
Mi piacerebbe vedervi tra cinque anni…
Anche a me. E sono convinto che non saremo un partito politico in più.
Votare non basta
“La democrazia non è votare un giorno ogni quattro anni, e lamentarsi tutto il resto del tempo. Se ci limitiamo a questo”, avverte Di Battista, “dovremmo accettare che i partiti chiedano bustarelle alle imprese di costruzione a cambio della concessione di appalti per i quali tutti noi ne dovremmo pagare i costi gonfiati. L’alternativa non è votare (già senza intermediari di partiti) a questa o a quella impresa, o depositare un voto con la nota ‘Spero che mi rubino poco’ o ‘Almeno che mi rubino quelli di qua’ ma rinnovare i partiti, rigenerandoli dall’interno e forzare le primarie. O creare altre organizzazioni democratiche. O tornare a rivotare a quelli di sempre…” ma poi, conclude il deputato, “non vi lamentate”