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domenica 24 novembre 2013

Polizia: risposte immediate o lasceremo entrare i manifestanti nei palazzi del potere




Aprire immediatamente un tavolo di discussione, con il sindacato, che possa accompagnare l’iter parlamentare della legge di stabilità, in modo da far comprendere al Parlamento il gravissimo disagio e lo scoramento totale delle donne e degli uomini in uniforme che quotidianamente si sacrificano in ogni angolo del Paese per la sicurezza e la coesione sociale».

E’ quanto chiede il Segretario Generale del SIULP, Felice ROMANO, dopo un confronto con i poliziotti, reduci della manifestazione di sabato scorso a Roma, rispetto ai contenuti della manovra economica varata dal CDM che, «diversamente da quanto preannunciato dall’esecutivo, non contiene alcuna risposta alle esigenze della sicurezza e soprattutto dei suoi operatori».
«Straordinari non pagati da oltre un anno, missioni e indennità di ordine pubblico arretrati da circa 11 mesi, doppi turni e servizi pesanti nei quali, quasi sempre si è esposti al rischio dell’incolumità personale e nei quali la dignità di onesti servitori dello Stato è costantemente calpestata in nome di una ragione di stato per un Stato completamente assente per i suoi servitori – continua Romano – hanno creato una miscela esplosiva che corre il rischio di assumere pieghe imprevedibili e incontrollabili».
«Le dichiarazioni rese dai colleghi e riportate da alcune trasmissioni televisive, secondo le quali alcuni operatori delle Forze di polizia hanno dichiarato che alla prossima manifestazione, visto il trattamento ricevuto dal Governo, si faranno da parte e lasceranno entrare i manifestanti nei palazzi del potere, sono sintomatiche di un totale senso di abbandono che i poliziotti vivono per effetto del trattamento a loro riservato che il Parlamento non può far cadere nel vuoto».
«È ormai allarme rosso per la sicurezza, per i suoi operatori e per tutto ciò che questo può innescare. 
È stata già deliberata la manifestazione nazionale per effetto dell’insopportabile danno e denigrazione che comporta, per i poliziotti, la proroga del blocco contrattuale e, soprattutto, del tetto salariale che mina anche la stessa tenuta dell’operatività della funzione di polizia atteso che a responsabilità maggiori non corrisponde un trattamento economico adeguato come quello riconosciuto agli altri che hanno raggiunto la stessa professionalità prima del 1° gennaio 2011. Essa, però sarebbe il punto di non ritorno nel rapporto fiduciario ed indissolubile che deve presiedere la relazione esistente tra lo Stato e chi lo rappresenta e che per esso è pronto anche al sacrificio estremo».
«Ecco perché – conclude Romano – se il Governo non darà risposte concrete ed immediate al disagio degli operatori della sicurezza, anche attraverso forme di autofinanziamento interno ad ogni singola Amministrazione, oltre alla manifestazione nessuno si meravigli se quanto preannunciato anonimamente dai colleghi impegnati nella manifestazione di sabato scorso dovesse trovare riscontro».