Cerca nel blog

venerdì 30 agosto 2013

LA PROPAGANDA BERLUSCONIANA IMPONE PIU’ TASSE E PIU’ DEBITO PUBBLICO - Barbara Lezzi M5S



LA PROPAGANDA BERLUSCONIANA IMPONE PIU’ TASSE E PIU’ DEBITO PUBBLICO

Per il GOVERNO DELL’IRREVERSIBILITA’ le tasse sono l’elemento principale dei giochi preferiti da Berlusconi e Letta: il “Risiko” e il “lascia o raddoppia”, consigliati, ovviamente, dal maggiordomo di fiducia Brunetta, l’ex consulente economico del partito socialista negli anni ottanta, che da piccino, per grazia ricevuta, vestiva con i pannolini di marca, ovviamente ECONOMIST.
Quando pensano agli italiani, si adoperano al meglio su come fregarci, il loro pensiero va subito alle tasse, al come sfilarci una e infilzarci due. Sono fantastici. Poi il gioco è semplice, Berlusconi si prende il merito per la tassa tolta e le nuove che mettono diventano riforme per il bene degli italiani, e il PD che fa? Acconsente, naturalmente.
Con loro questo è il nostro destino, essere presi per …...
Non sanno più a quale santo rivolgersi per inventarsi un nome per renderle gradevoli: tares, taser, laser, faser. Tra un po’ le chiameranno " Trottolino Amoroso, Dudu dadadà"
Da parte governativa non c’è giorno in cui non si afferma che questa crisi è peggiore di quella del ’29, come se a provocarla siamo stati noi, e al contempo, con una impressionante disinvoltura, ci viene detto che il governo intende rispettare il vincolo del deficit al 3% del PIL. La conseguenza logica è che per quest’anno e per i prossimi futuri, se come è nelle intenzioni del governo di rispettare le previsioni del DEF, che pone l’obiettivo di azzerare il deficit in termini strutturali, le manovre che si metteranno in atto, se non si vuole fare a pugni con la logica, dovranno essere a saldo zero.
Quindi, al di là dei piccoli atti dimostrativi del governo che va avanti con decreti che più che del fare e del semplificare si potrebbero denominare del fare finta di fare e del complicare, la cruda verità è che si intende affrontare l’emergenza prospettandoci ancora austerità. Il tentativo è quello di curare un malato terminale somministrando camomilla. Non si vuole ammettere come tali politiche, già ampiamente sperimentate, non hanno prodotto gli effetti previsti né in termini di crescita (le previsioni per il 2013 erano di un + 0,5% mentre il PIL si riduce al ritmo del 2%) né in termini di finanze pubbliche, in quanto il rapporto debito/PIL continua ad aumentare vertiginosamente. Si è arrivati al punto di non ritorno, la caduta del PIL, al contrario di quanto previsto dai fautori della politica dell’austerità, si sta ripercuotendo negativamente nei rapporti con il deficit e con il debito, al punto che si prospettano nuove manovre di correzione. Ogni manovra di correzione, magari mascherata con il vestito di una riforma, si è sempre tradotta in un calo del reddito, dei consumi, della produzione, in un aumento della disoccupazione, della tassazione e, paradossalmente, in un calo delle entrate fiscali che, non compensate con tagli mirati alle spese, si traducono in un peggioramento dei rapporti deficit/PIL e debito/PIL. Si getta benzina sul fuoco alimentando un circolo vizioso.
Barbara Lezzi