28 settembre 2013 alle ore 22.15
[28/09/2013] di Ferdinando Imposimato
L'obiettivo
di Silvio Berlusconi è preciso ed è di una gravità inaudita: creare
una situazione di ingovernabilità con le dimissioni in massa dei
parlamentari del PDL, non liberi di decidere, costringere il Capo
dello Stato allo scioglimento immediato delle Camere e al voto
anticipato per evitare la decadenza del condannato(sentenza pronunziata
da giudici indipendenti, garanzia dei cittadini e non privilegio dei
magistrati), e provocare la elezione di un nuovo Parlamento in cui ,
grazie al controllo monopolistico delle TV pubbliche e private , Forza
Italia conquisterà la maggioranza assoluta. Questa non voterà più la
sua decadenza da senatore ma gli garantirà la immunità e la
permanenza in eterno sulla scena politica.
L'obiettivo successivo è lo stravolgimento della Carta con
l'attribuzione di maggiori poteri al premier, tra cui la nomina e la
revoca dei Ministri e il potere di scioglimento del Parlamento al Capo
del Governo sottraendolo al Presidente della Repubblica. Questi maggiori
poteri al premier sarebbero il frutto della riforma devastante dei
cosiddetti saggi nominati dal Colle, che sostengono il disegno di
Berlusconi. Ciò che ci salva da questo piano eversivo è il fatto che
la Costituzione , per nostra fortuna e contro il disegno dei cd saggi ,
prevede ancora, all'art 88, il potere di scioglimento delle Camere al Capo dello Stato,
contrario alla scioglimento. Mentre la riforma voluta dalle larghe
intese , sostenute improvvidamente da Eugenio Scalfari e da Repubblica
, salvo resipiscenza tardiva di Ezio Mauro , trasferisce il potere di
scioglimento al Capo del Governo che potrebbe ridiventare Berlusconi
in caso di nuove elezioni. Ipotesi non remota: da anni viene violato
l'art 51 della Carta perché il maggiore interessato alla
riforma, l'ex primo ministro condannato a 4 anni, controlla tutte le TV
, che sono in grado di influenzare il 75 % della popolazione che non
legge il web né i giornali. La riforma dei cosiddetti
saggi, ignota agli italiani, è identica a quella approvata dal Governo
di centro destra nel 2003 e bocciata dal
referendum popolare nel giugno 2006 .Quella riforma aumentava i
poteri del Primo Ministro, (potere di revoca dei ministri e di
sciogliere le Camere, che spetta al Capo dello Stato) ed era un
attacco all'equilibrio dei poteri . Da notare che presidenti del
Consiglio sono stati, per un trentennio , persone come Giulio Andreotti, Francesco Cossiga , Silvio Berlusconi e Giuliano Amato,
che hanno violato le regole della democrazia, o mantenendo rapporti con
Cosa Nostra, o guidando organizzazioni illegittime, come Gladio,
come accertò la Commissione stragi di Libero Gualtieri, o ispirandosi
al presidenzialismo della P2 di Licio Gelli, o stravolgendo il titolo V
che fu all'origine del dilagare della corruzione e della burocrazia
nelle Regioni. Lo stesso Presidente Napolitano deve riconoscere che la
riforma della Carta, da lui avallata, sarebbe pericolosa, e tornare
allo spirito del 2006, quando bocciò la stessa riforma assieme alla
stragrande maggioranza del popolo italiano. Il 25 novembre 2004, il
Presidente Giorgio Napolitano ebbe a dire sulla riforma prevista dal ddl 2544, del 17 ottobre 2003
: «Si può dire che esistano esigenze di rafforzamento dei poteri del
primo Ministro? Il modo in cui da parte della maggioranza che ha vinto
le elezioni nel 2001 sono stati esercitati i suoi poteri e il modo in
cui li ha esercitati il Presidente del Consiglio ( Berlusconi nda) ci ha convinto che noi ci eravamo buttati in un'avventura ?» E ammonì «Non sarà facile la battaglia per il rigetto della riforma costituzionale del centro destra»
( GNapolitano 25 novembre 2004 associazione ex parlamentari ) . Il
prof Giuliano Vassalli mise in evidenza, nella stessa occasione «l'eccesso
sbalorditivo di poteri attribuiti al Presidente del Consiglio , nei
confronti della camera dei Deputati i cui membri verrebbero esposti
alla minaccia di scioglimento anticipato». Il Pres Napolitano oggi
non può essere a favore di questa riforma peggiore di quella .
Ignorando che la modifica della legge elettorale dovrebbe essere
approvata prima , per avere rappresentanti eletti con voto
libero, uguale e personale, non scelti dai segretari dei partiti. In
difesa della democrazia una è la priorità indifferibile, di cui il
Governo Letta continua a non parlare, con il silenzio dei soloni che si
ergono a difesa della Carta: la legge sul conflitto di interessi, per
consentire che «tutti i cittadini, uomini e donne, possano accedere alle
cariche elettive in condizioni di eguaglianza», diritto che oggi non
esiste. Da questa situazione ci salverà il voto del Senato che
ratificherà la decadenza con il concorso di M5S , PD e SEL in
difesa della democrazia, come è avvenuto nella giunta , al di là delle
alleanze di Governo.