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lunedì 7 ottobre 2013

Avevo lanciato l’evento su FB ma non mi aspettavo così tanta gente DI BATTISTA M5S


Ieri sera, mentre Roberto Fico dava prova di onestà e determinazione da Fazio (il quale con continue interruzioni, mai avvenute precedentemente, dimostrava “paura” e inadeguatezza di fronte alle argomentazioni di Roberto), con Paola Taverna e Carla Ruocco abbiamo partecipato a un aperitivo a Monteverde. Avevo lanciato l’evento su FB ma non mi aspettavo così tanta gente. Tantissimi cittadini non sono riusciti a entrare, erano sulla strada, quasi la bloccavano. Abbiamo improvvisato due dibattiti, uno dentro un bar, tutti stipati, ammassati e noi a turno sopra una sedia con un megafono e l'altro nel cortile dietro al bar con persone aggrappate alle ringhiere per ascoltare. Ho pensato all’immensa differenza tra un messaggio patinato di B. o di Letta e noi, sudati, a rispondere alle domande dei cittadini. C’erano tanti giovani e questo mi ha dato una carica immensa. Il M5S è stato votato da moltissimi giovani ma non ho visto in questi mesi la quantità di giovani che mi sarei aspettato nei banchetti o negli eventi che organizziamo. Ieri sì. Stamattina pensavo a una domanda che spesso ascolto tra i ragazzi: “qual’è la facoltà o la strada che devo intraprendere per avere più possibilità di trovare un lavoro?”. Ovviamente massimo rispetto per la domanda e per le difficoltà che i giovani (disoccupazione giovanile al 40%) hanno ma questa domanda, fatta da un ragazzo, è una contraddizione biologica. Temo che il “sistema” prema proprio per questo, spinga il più possibile (dal posizionamento dei prodotti nei supermercati ai palinsesti televisivi) il cittadino ad essere passivo. Scegliere sulla base delle possibilità lavorative e non seguire le passioni che abbiamo è l’esempio massimo di passività. Temo che o rovesciamo il tavolo ORA con una partecipazione politica nuova (ieri l’ho vista) o tra 10 anni ci saranno centinaia di giovani “disallineati”, sostanzialmente delusi, frustrati, “pietre che rotolano” come canta Bob Dylan, oggetti manipolabili, proprio per l’assenza di prospettiva, dal potere. Io nel 2009 ho fatto la scelta più importante della mia vita quando ho lasciato un lavoro e ho rischiato comprando un biglietto di sola andata per Buenos Aires. Ho rischiato, ho “ascoltato i consigli del cuscino” come scrive Sepulveda. Ho fatto l’artigiano di strada, ho scaricato cemento sul Paranà e maiali sul Rio delle Amazzoni, ho fatto il pescatore di aragoste a San Blas. Ho scritto, ho scritto moltissimo. Da quella scelta “controcorrente” è nato il lavoro di reporter, è nato un libro che ho pubblicato che mi rende fiero, è nata in fondo la mia candidatura alle politiche. Le mie esperienze zaino in spalla mi hanno fatto conoscere il mondo e mi hanno permesso di diventare, grazie alla fiducia dei miei colleghi, Vicepresidente della Commissione Affari esteri, io che fino a 3 anni fa annodavo fili buttato in terra a San Telmo con la speranza di vendere un paio di orecchini a qualche turista brasiliano. Il cambiamento è dietro l’angolo, io lo sento vicino come non mai. Magari ho totalmente sbagliato previsione ma magari no. I giovani devono crederci per primi, devono indignarsi, devono organizzarsi, devono vivere di fantasia e creatività. Non devono soltanto informarsi, devono loro fare informazione. Non possiamo accontentarci, non adesso.