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venerdì 22 novembre 2013

Stati generali della cultura: M5S presenti non giustificati @g_brescia


Nelle 6 pagine dedicate agli stati generali della cultura #SGC13 oggi dal Sole24ore non si è trovato lo spazio neanche per un tweet del M5S.
Non sia mai che le considerazioni dell’unica opposizione esistente da 20anni a questa parte in Italia su un tema così importante dovessero essere lette da qualcuno…
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Naturalmente non ci aspettavamo né desideravamo alcun comitato di benvenuto o incensamenti vari che tanto piacciono agli “onorevoli” dei cari partiti, ma non ci aspettavamoneanche il trattamento speciale che ci è stato riservato e che ci ha fatti un pò sorridere: siamo arrivati e ci hanno assegnato il badge blu, quello che dava accesso alla sala collegata via streaming (forse temevano che assistendo all’evento in diretta avremmo potuto urlare a Letta che è un bugiardo) ma dopotutto ieri, agli Stati generali della Cultura eravamo in 3, deputati della Repubblica, componenti della commissione #cultura per il MoVimento 5 Stelle. Una forza politica che rappresenta 9 milioni di italiani.

Fortunatamente c’erano dei posti liberi ed abbiamo ottenuto di poter seguire gli interventi (davvero di altissimo spessore) nella “sala live” e siamo addirittura riusciti, incredibilmente, a mantenere il contegno, nonostante la solita solfa propinata da steel balls Letta e alcune baggianate sparate da alcuni oratori (della serie: la crisi non esiste, è solo un falso ideologico, che detto da un manager di Prada…mah… insomma!).


Mentre seguivamo i lavori abbiamo scritto diversi tweet ma come potete vedere gli unici ad esser riportati dal 
Tweet SGC13
quotidiano organizzatore sono quelli istituzionali che incensano il presidente del consiglio, ovvero colui che non perde occasione per ribadire che la cultura è al centro delle attività di questo governo e poi non si è neanche preso la briga di andare lì personalmente a seguire un evento così importante.

Per non parlare del suo “strabiliante” annuncio. Sì perché ieri Letta, oltre a pronunciare la parola Expo almeno 64 volte (per chi non lo avesse capito il convegno era a Milano), così tanto per rassicurare tutti sul suo impegno a riguardo, ha riservato per la platea milanese la grande news: “faremo un decreto per avere ogni anno una capitale della cultura in Italia!“.

Che bello, grande, bis! Con un provvedimento del genere il problema degli investimenti nel comparto culturale in Italia è finalmente superato…ma forse ad analizzare bene la proposta ci si accorge che si tratta di un altro, ennesimo, inutile provvedimento spot che servirà solo a questo bugiardo a dire che il governo ha messo al centro dell’agenda la cultura ma che non risolverà un bel niente.
Basta vedere i dati per capirlo: si investe circa lo 0,11% del PIL in cultura mentre nel resto d’Europa si investe quasi il doppiol’attrattività culturale nel nostro paese è scesa dal 95 al 45 per cento dal 2005 al 2012.
Abbiamo un patrimonio storico e artistico inestimabile eppure per trovare un museo italiano nella classifica dei musei più visitati al mondo dobbiamo arrivare al 22° posto (la Galleria degli Uffizi di Firenze per la cronaca…).
Ma noi non siamo stati interrogati, il nostro parere non conta, i potenti del paese continuano a parlare tra loro pensando di poter essere i soli a prendere le decisioni esautorando persino il Parlamento, divenuto ormai un mero organo di ratifica di decreti governativi.
Ieri qualcuno diceva da quel palco “la politica si è dimenticata della cultura, nessuna forza politica chiede davvero di fare investimenti in cultura”… di solito quando sentiamo queste frasi da cittadini pensiamo “ma sì, non è certo colpa loro: come fanno a sapere della nostra mozione, dei nostri emendamenti, dei nostri atti legislativi tutti tesi a dare di più all’intero comparto… come fanno a saperlo, i giornali si guardano bene dal pubblicare quello che facciamo in parlamento”.
Questo avremmo detto se si fosse trattato di semplici cittadini… ma ieri…  eravamo nella sede del più prestigioso giornale italiano, possibile che non fossero informati neanche loro?