Verso Foggia, in treno, dopo la sospensione. A volte mi chiedo se vale la pena di continuare questa corsa, se vale la pena di mettere in discussione tutto, ogni giorno, ogni volta che qualcuno si affaccia al Movimento per gettare un sasso di frustrazione in un piccolo specchio d'acqua ancora pulito, non ancora inquinato dai vizi della politica. Poi va via, scappa, il sasso affonda e ti lascia ad affrontare l'acqua che si increspa, e poi uno scontro, un'aspettativa delusa, un buon attivista che se ne va scuotendo la testa, pensando di aver visto sfumare l'ennesima occasione di cambiare la nostra terra.
Io non ci sto, non posso starci. Andrò a Foggia per parlare di politica, di quello che stiamo facendo in Parlamento, parlerà il cuore della notte passata sul tetto e della nostra punizione e della solidarietà di plastica di chi fino a ieri ci insultava e oggi è pronto a saltare sul carro del Movimento 5 Stelle.
Sarò a Foggia soprattutto per ascoltare e per opporre silenzio, indifferenza a chi prepara il braccio, raccogliendo la pietra, pronto a mettere zizzania, pronto a scappare appena si fa brutta. Un abbraccio agli amici che verranno in Capitanata, agli attivisti veri. Venite a Foggia, mostriamo il Movimento 5 Stelle che sappiamo essere.
A chi condivide con me questo sogno da anni o da cinque minuti, a chi spera di cambiare questo dannato e bellissimo Paese. Sì, ne vale la pena.
