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sabato 22 febbraio 2014

Non si può morire di crisi, e di paura! @micillom5s

Non si può morire di crisi, e di paura!


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Ancora una volta ci tocca assistere agli effetti più tragici di una crisi economica che ormai da 5 anni sta soffocando il Paese.
La notizia del suicidio di Eduardo De Falco, il giovane pizzaiolo di Casalnuovo che si è tolto la vita per la disperazione alla quale si è piegato in seguito alla multa inflittagli dall'ispettorato del lavoro perché la moglie che lo aiutava al negozio non aveva un contratto di assunzione, pone purtroppo per l’ennesima volta una seria riflessione che a molte riprese, quando parliamo di misure per fronteggiare la crisi, sfugge ai commentatori cosiddetti esperti e al mondo della politica.
Sono convinto infatti, che tutta la solidarietà e la vicinanza alla famiglia di Eduardo, non può e non deve sollevarci dal valutare la necessità di rivedere completamente la gestione di situazioni di questo tipo, sempre più spesso frutto della necessità e del rischio al quale non solo Eduardo, ma tanti altri altri come e forse più di lui si espongono in una vera e propria battaglia per la sopravvivenza alla quale, come abbiamo visto non è difficile soccombere.
Proprio ieri mattina infatti nel corso della trasmissione Agorà, su Rai tre, è andato in onda un servizio che raccontava dello sciopero fiscale messo in atto dai commercianti del comune di Gattinara, in provincia di Vercelli, che si stanno rifiutando di versare IVA e altre tasse per protestare contro la morsa soffocante della pressione di uno Stato che agitando il vessillo della lotta all’evasione, non può e non deve continuare a mostrarsi forte solo coi deboli per poi arretrare sommessamente quando gli interessi da colpire non solo non vengono intaccati ma addirittura favoriti come nel caso delle pressioni dei lobbisti di turno.
Sia chiaro, non siamo per il non pagare le tasse, ma crediamo che occorra valutare seriamente l’ipotesi di ammorbidire la linea di intervento nei confronti sia di coloro che oggi scontano le maggiori difficoltà nel ripartire dalla crisi, sia quando si incontrano situazioni come quella di Eduardo nelle quali, come visto, la necessità di chiedere aiuto alla propria famiglia per fare fronte alle difficoltà economiche possono trasformarsi in vere e proprie auto-condanne a morte.
E’ necessario quindi agire con spirito più umano sforzandosi di capire certe situazioni prima di usare il pugno duro, offrendo misure di sanatoria più flessibili. Non è possibile che quando si parla di lotta all’evasione, la linea morbida sia appannaggio solo di chi ha frodato questo Paese per anni depositano soldi in paradisi fiscali ai quali di tanto in tanto si chiede gentilmente di far rientrare qualche soldo con la copertura di tassazioni irrisorie come nel caso della barzelletta delle scudo fiscale.
Ebbene, se il neonato Governo guidato da Matteo Renzi intende fare una seria rivoluzione, come più volte annunciato, invece di concentrarsi nella salvaguardia degli equilibri poltronari dei propri alleati, cominci col pensare a quali di queste poltrone far occupare una volta per tutte alla cittadinanza.

Ciao Eduardo