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giovedì 17 aprile 2014

Il voto di scambio secondo #Falcone @Imposimato - #FuoriLaMafiaDalloStato

Oggi è stata una giornata buia per le istituzioni.

La legge sul voto di scambio riducendo la pena da 4 a 10 anni , rispetto a quella prevista dalla proposta Giarrusso da 7 a 12 anni, porterà alla prescrizione di molti reati e alla mancata interdizione dei politici scambisti: inoltre è probabilmente incostituzionale: essa viola il principio della eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge sancito dall'art 3 della Costituzione; non c'è proporzione tra pena e gravità del reato.

Non si può condannare un cittadino normale alla stessa pena prevista per un politico che ricorre al voto di scambio elettorale.
E' assurdo il privilegio per coloro che scendono a patti scellerati con feroci assassini di Cosa Nostra, come ha detto la senatrice Paola Taverna nel suo intervento al Senato.

Il principio di adeguatezza è rispettato dal codice penale in casi analoghi; infatti la legge punisce in modo esemplare un magistrato che si fa corrompere rispetto ad un semplice cancelliere.

Il privilegio a favore dei politici nasce dall'accordo tra Forza Italia e Matteo Renzi, espresso dal consenso dell'onorevole Brunetta, capo gruppo alla Camera per Forza Italia.
Milioni di voti vengono dai mafiosi senza una previa promessa di denaro.

Cosa Nostra non ha bisogno di denaro ma di potere e di favori.

Invocare Giovanni Falcone sulla presunta non chiarezza della legge La Torre è sbagliato. Falcone era entusiasta di quella legge. Per la quale sono stati confiscati centinaia di miliardi di euro a mafiosi e politici e Pio La Torre venne ucciso.

Falcone si dolse con la scrittrice francese Marcelle Padovani della “scoperta di uomini politici che accettano di venire discretamente a patti con Cosa Nostra, dal momento che il controllo del territorio, tipico del metodo mafioso, significa condizionamento del potere politico; con tutte le conseguenza elettorali immaginabili” ( G Falcone a Marcelle Padovanì Cosa Nostra Rizzoli Milano p 165).

Falcone dunque stigmatizzò accordi taciti senza denaro o utilità.

Ci furono uomini come il democristiano Piersanti Mattarella che non scese mai a patti con Cosa Nostra, che vennero uccisi per la loro fedeltà alla legge.