Cerca nel blog

mercoledì 16 ottobre 2013

Giulia Di Vita-Della nostra opinione,espressa quasi all'unanimità nel 1993,se ne fanno un baffo @GiuliaDiVita

Per chi ha seguito un minimo i lavori degli ultimi mesi del governo e Parlamento non sarà una sorpresa scoprire che quel disegno di legge, spacciato per mesi come l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, è invece una semplice riorganizzazione dei flussi di denaro dai cittadini ai partiti.

Della nostra opinione, espressa quasi all'unanimità nel 1993, se ne fanno un baffo. Voi non capite, la politica è altro, servono i soldi, e non ne servono pochi, serve chi finanzia sempre e comunque e quelli siete voi, che lo vogliate o no. E' la politica che ve lo chiede, anzi che lo pretende. 

Ma non dovrei nemmeno stare qui a spiegare perchè e per come (ma lo farò come sempre), basta sapere che questo è il Parlamento che due settimane fa ha approvato il decreto, spacciato per tutta l'estate, come "quello contro il femminicidio" e poi esce fuori che le associazioni che si occupano della materia si sono fortemente opposte, che si proteggevano le province, che si inasprivano le misure contro i no tav.

Eh, ma quello è un problema legato ai decreti, sto brutto vizio dei decreti macedonia che forse un giorno "qualcuno" risolverà...

Questo invece è un disegno di legge di iniziativa del governo (figurarsi se sto Parlamento fa qualcosa di suo!), e non è "macedonia", è semplicemente FINTO. Titolo mendace. E vediamo perchè:

1 - Non sono tutti uguali. Ci sono partiti che possono iscriversi nell'apposito registro e accedere al finanziamento. E chi no (indovinate chi? Per fortuna, dei soldi ce ne infischiamo);

2 - A pagare continua a essere lo Stato. Per l'anno in corso e prossimi tre anni. Entrando in vigore nel 2014, i partiti continuano a ricevere dallo Stato 91 milioni di euro; 54milioni 600mila per il 2015; 45milioni e mezzo per il 2016 e per il 2017 circa 36milioni 400mila. A queste somme si aggiungono le donazioni dei cittadini così si fa stecca para pé tutti.

3 - I cittadini possono devolvere il 2 per mille dell'Irpef ai partiti. Anche in questo caso pagano tutti, perché le minori entrate nelle casse dello Stato devono essere coperte da quelli che non "donano" con le solite tasse;
Non solo: lo Stato istituirà un "fondo apposito" che coprirà tutte le "donazioni" che i cittadini si guarderanno bene dal fare. Sia mai che i partiti ci rimettano!

4 - Il Paese in mano alle lobby: 300mila euro all'anno per le persone fisiche e 200mila euro annui per le persone giuridiche sono i tetti per le donazioni liberali. Sanzioni se si supera tale limite? La fantomatica "Commissione per la trasparenza" fa una multa. Se non la si paga, il partito perde il gettito del 2 per mille per i tre anni a seguire (sai che danno...). E poi, i partiti possono donare quanto vogliono ad altri partiti, così le "coalizioni" diventano patti d'acciaio firmati sugli assegni.

5 - I benefici si allargano alla platea di partiti che si riferiscono a un gruppo parlamentare già costituito: così, chi fonda un partito oggi a elezioni avvenute (avete qualche idea? noi sì) o partitucoli di voltagabbana avranno comunque garantiti i vostri quattrini;

6 - Trasparenza e sanzioni per irregolarità? Toh, dimenticate. Non presentano il bilancio? Succede nulla. Niente verbali e relazioni? Nulla. Dove vanno a finire i nostri soldi ai partiti? Ancora e sempre nel misterioso buco nero.

7 - Chi effettua donazioni ai partiti può beneficiare di sgravi fino al 52 per cento. E chi copre queste minori entrate per le casse dello Stato? Cominciate a tirar fuori i portafogli...

Buona funesta informazione e occhi aperti, anche se fa male!

Leggi anche:
Riapprovare il finanziamento pubblico e chiamarlo "abolizione"