Per
chi ha seguito un minimo i lavori degli ultimi mesi del governo e
Parlamento non sarà una sorpresa scoprire che quel disegno di legge,
spacciato per mesi come l'abolizione del finanziamento pubblico ai
partiti, è invece una semplice riorganizzazione dei flussi di denaro dai
cittadini ai partiti.
Della nostra opinione, espressa quasi
all'unanimità nel 1993, se ne fanno un baffo. Voi non capite, la
politica è altro, servono i soldi, e non ne servono pochi, serve chi
finanzia sempre e comunque e quelli siete voi, che lo vogliate o no. E'
la politica che ve lo chiede, anzi che lo pretende.
Ma non
dovrei nemmeno stare qui a spiegare perchè e per come (ma lo farò come
sempre), basta sapere che questo è il Parlamento che due settimane fa ha
approvato il decreto, spacciato per tutta l'estate, come "quello contro
il femminicidio" e poi esce fuori che le associazioni che si occupano
della materia si sono fortemente opposte, che si proteggevano le
province, che si inasprivano le misure contro i no tav.
Eh, ma
quello è un problema legato ai decreti, sto brutto vizio dei decreti
macedonia che forse un giorno "qualcuno" risolverà...
Questo
invece è un disegno di legge di iniziativa del governo (figurarsi se sto
Parlamento fa qualcosa di suo!), e non è "macedonia", è semplicemente
FINTO. Titolo mendace. E vediamo perchè:
1 - Non sono tutti
uguali. Ci sono partiti che possono iscriversi nell'apposito registro e
accedere al finanziamento. E chi no (indovinate chi? Per fortuna, dei
soldi ce ne infischiamo);
2 - A pagare continua a essere lo
Stato. Per l'anno in corso e prossimi tre anni. Entrando in vigore nel
2014, i partiti continuano a ricevere dallo Stato 91 milioni di euro;
54milioni 600mila per il 2015; 45milioni e mezzo per il 2016 e per il
2017 circa 36milioni 400mila. A queste somme si aggiungono le donazioni
dei cittadini così si fa stecca para pé tutti.
3 - I cittadini
possono devolvere il 2 per mille dell'Irpef ai partiti. Anche in questo
caso pagano tutti, perché le minori entrate nelle casse dello Stato
devono essere coperte da quelli che non "donano" con le solite tasse;
Non solo: lo Stato istituirà un "fondo apposito" che coprirà tutte le
"donazioni" che i cittadini si guarderanno bene dal fare. Sia mai che i
partiti ci rimettano!
4 - Il Paese in mano alle lobby: 300mila
euro all'anno per le persone fisiche e 200mila euro annui per le persone
giuridiche sono i tetti per le donazioni liberali. Sanzioni se si
supera tale limite? La fantomatica "Commissione per la trasparenza" fa
una multa. Se non la si paga, il partito perde il gettito del 2 per
mille per i tre anni a seguire (sai che danno...). E poi, i partiti
possono donare quanto vogliono ad altri partiti, così le "coalizioni"
diventano patti d'acciaio firmati sugli assegni.
5 - I benefici
si allargano alla platea di partiti che si riferiscono a un gruppo
parlamentare già costituito: così, chi fonda un partito oggi a elezioni
avvenute (avete qualche idea? noi sì) o partitucoli di voltagabbana
avranno comunque garantiti i vostri quattrini;
6 - Trasparenza e
sanzioni per irregolarità? Toh, dimenticate. Non presentano il
bilancio? Succede nulla. Niente verbali e relazioni? Nulla. Dove vanno a
finire i nostri soldi ai partiti? Ancora e sempre nel misterioso buco
nero.
7 - Chi effettua donazioni ai partiti può beneficiare di
sgravi fino al 52 per cento. E chi copre queste minori entrate per le
casse dello Stato? Cominciate a tirar fuori i portafogli...
Buona funesta informazione e occhi aperti, anche se fa male!
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Riapprovare il finanziamento pubblico e chiamarlo "abolizione"
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