Si scrive decreto 'manovrina', si legge decreto 'omnibus'. L'ennesimo provvedimento-macedonia che contiene una pletora di materie diverse, una pluralità di misure che, in spregio alle sentenze della Corte costituzionale, non consentono al Parlamento una valutazione serena ed efficace. Il governo vuole mettere in difficoltà l 'opposizione? A pensar male si fa peccato, ma...
Nel decreto 'manovrina' ci sono 190 milioni che fanno capo al ministero dell'Interno e che riguardano l'emergenza immigrazione, soldi che si aggiungono ai 231 già stanziati ad agosto. In totale, dunque, oltre 420 milioni sono allocati presso il Viminale per la gestione dei fenomeni migratori. Una bella cifra di cui nessuno deve approfittarsi.
Non a caso il M5S è riuscito a ottenere, con un emendamento, che i ministri competenti relazionino e giustifichino l'utilizzo, nel dettaglio, di questo denaro. Dovranno presentarsi al Parlamento entro marzo 2014 e dire come hanno speso i fondi per l'immigrazione. Inoltre, abbiamo ottenuto di salvare dalla stretta al patto di stabilità interno i Comuni che si sobbarcano l'emergenza umanitaria legata ai viaggi dei migranti.
Il M5S non è contento per la spoliazione subita dal fondo vittime di mafia, usura e racket. C'è una forte discrasia tra la platea interessata e il numero di pratiche accettate, appena un migliaio in tutta Italia. Lo strumento è inadeguato e viene usato come bancomat di fine esercizio dall'amministrazione centrale. Siamo soddisfatti, in tal senso, per il nostro ordine del giorno approvato che rivede lo strumento anti-usura, finanziato dal fondo, e prevede un indirizzo politico dettato dalla Commissione Antimafia.
Sul fronte della correzione del deficit, siamo contrari all'inasprimento previsto nella 'manovrina' del patto di stabilità interno. Sappiamo in quali condizioni versino i Comuni. Il vincolo impone una gestione che porta all'aumento di tasse e tributi, mentre i servizi crollano in termini di qualità e gli investimenti diminuiscono. Il patto di stabilità è uno strumento neo-liberista che lega le mani ai Paesi membri. Ci obbliga a politiche di austerity, mentre lo Stato dovrebbe agire per arginare gli effetti della crisi. A rimetterci, come al solito, sono i cittadini e nondimeno i fornitori degli enti locali.
M5S non condivide infine il metodo di dismissione del patrimonio demaniale. Il governo dice che userà la Cassa depositi e prestiti, ma le modalità non sono chiare e nemmeno i criteri di scelta degli asset da dismettere.
Operazioni di questa natura già in passato sono andate male e non hanno mai ridotto il debito come ci si aspettava. Senza dimenticare che di mezzo ci sono 260 miliardi di risparmio postale.
Tirando le somme, la 'manovrina' è una toppa che non chiuderà il buco del deficit. La logica dello zero-virgola ci sta portando al massacro. Ma M5S farà di tutto per evitarlo.
Tommaso Currò - portavoce M5s Camera